Lavorava anche presso le abitazioni dei clienti, che gli fornivano la materia prima, la saggina, raccolta in qualche luogo incolto, specie la varietà a ramificazioni molto allungate. Dava inizio alle operazioni solo se la saggina era al punto giusto di essiccazione. Liberatala dal miglio, la legava a mazzo, strettamente ed a piú giri, con una fune. Srotolandola, vi arrotolava, con lo stesso movimento, delle fettucce di salice o di rovo. Non di rado usava come materia prima anche ginestre (per la pulizia delle strade e delle aie) e pungitopo, per la pulizia delle botti.
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